domenica 1 giugno 2008

In viaggio tra i giochi di una volta

Ore di Playstation. Al massimo un’ occhiatina distratta alle cards di Dragon Ball. Fuori casa, l’ inseparabile Nintendo DS. Altri giochi, per i ragazzini di oggi? Poco o niente, per gran parte di loro. Se chiedo ai bambini che alleno quali giochi preferiscono, la risposta non è neanche “la Playstation!”, ma direttamente “Tony Hawk’ s, God of war, Nba live” e quant’altro…ovvio no?
Davanti a tanta desolazione, pensavo con piacere ai giochi che facevo io da piccola, al parco o in cortile con gli amici, ma anche in casa da sola...tantissimi! …e a tutti quelli che facevano le generazioni precedenti alla mia. Così m’è venuta voglia di fare un piccolo viaggio a puntate tra i giochi di una volta: passeremo da Strega comanda color a Lupo mangia frutta, da Rialzo a Campana, dai soldatini alle biglie, e magari daremo uno sguardo anche alle vecchie conte…ma dove sono finite?
Ma da cosa comincio? A bi bo chi sta sotto non lo so…Da nascondino!! O almeno, per me era nascondino…magari altrove si sentiva per strada qualche bimbo dire: Aò, ce famo ‘na partita a nasconderella? Oppure: Deh, ‘odesto pomeriggio venite a gio’are a inguattarella?...E non mi azzardo a inventare frasi con lo scunnafaccia dei pugliesi, o con l’ ammuccia ammuccia dei siciliani…E voi come dicevate?
Nome diverso, regole uguali per tutti: un bambino “sotto”, cioè con il viso contro un muro o un albero, pronto a contare fino a una quota stabilita, e gli altri via a nascondersi. Immancabile, ecco il solito furbetto che si nasconde proprio dietro a chi è sotto, per fare tana non appena questo si gira; ma se chi conta la sa più lunga di lui, prima di voltarsi dice “un due tre tana a chi sta dietro a me!”, e quello rimane fregato. Poi inizia la caccia, ma il gioco si interrompe spesso: una scarpa slacciata, la necessità di soffiarsi il naso, o qualsiasi altra scusa inventata, rendono necessaria una tregua: Alimus! Dicevo io. Ma i modi erano tanti, in giro per l’Italia: da crucis, a pugno, a fuoco e chissà quali altri...voi cosa usavate? I più diffusi, grazie all’origine comune, erano comunque quelli simili ad Alimus, come Arimo, Alibandi, Arimorti; se qualcuno è curioso, derivano dal latino arae mortis, cioè gli altari della morte, dove i Romani celebravano i caduti di guerra alla fine della stessa, quindi in un momento di tregua.
C’era poi se non sbaglio anche un modo per ricominciare, per rientrare in gioco...cosa si diceva? Io ho un vago ricordo di qualcosa come Libus, ma chi lo sa…
Quando quasi tutti i bimbi sono stati scoperti, il gioco si avvia alla fine...ma ecco il piccolo eroe del momento, il più “forte”, rimasto nascosto fino all’ultimo, che arriva sgambettando e…tana libera tutti!!!

1 commento:

Sbabbi ha detto...

Ciao Onni! Il Torricella lascia il segno anche qua nel tuo blog... A presto, Sbabbi