domenica 15 giugno 2008

Dì, ma cosa c'hai in testa?!?


Vi propongo questi 2 esperimenti, sono facili da fare e secondo me molto suggestivi, in caso di successo (state bene attenti però, che non li rispiego):

1) Per il primo esperimento avete bisogno di 2 collaboratori, che chiamerò Morands e Sara (manie di protagonismo...): bendatevi e sedete a poca distanza da Morands, anch'egli seduto di fronte a voi; Sara invece, restando in piedi alla vostra destra, dovrà prendere la vostra mano destra e portare il vostro indice sul naso di Morands muovendolo ritmicamente con colpetti e sfregamenti, in sequenza casuale, come una specie di alfabeto Morse; contemporaneamente, Sara deve fare lo stesso con il suo indice sul vostro naso, in modo che i colpetti siano simultanei. Se sarete fortunati, dopo circa un minuto avrete la sensazione di stare toccando voi stessi il vostro naso, quindi che il vostro naso sia lungo quanto il vostro braccio.

2) Nel secondo basta un solo amico, quindi ringraziate Morands e Sara con profondi inchini e riverenze e chiamate chi volete, per esempio il vostro compagno di mille avventure, Perosopo.
Sedetevi ad una scrivania e nascondete la mano sinistra sotto al tavolo; Perosopo intanto colpirà (sempre in maniera casuale) con un dito di una mano sulla scrivania, e con un dito dell'altra sulla vostra mano sinistra, sempre in modo che i picchiettamenti/sfregamenti siano perfettamente sincronizzati. Se guarderete la mano di Perosopo che batte sulla scrivania, disinteressandovi di quella che batte sulla vostra sotto al tavolo, dopo un minuto forse potreste sentire come se i picchiettii emergessero dal tavolo, come se la scrivania facesse parte di voi.

Questi sono solo dei trucchi per ingannare il cervello: nel primo caso, per esempio, arrivano al cervello i messaggi che i colpetti che sentiamo sul nostro dito indice sono identici a quelli che sentiamo sul nostro naso e quindi, vista la minima probabilità che i due avvenimenti non siano correlati, esso pensa che siamo noi stessi a toccarci il naso con l'indice, nonostante il nostro braccio sia allungato. Stesso discorso per il secondo caso, in cui l'encefalo vede il picchiettare sulla scrivania, sente un picchiettio identico alla mano e quindi giunge a conclusione che la scrivania sia la nostra mano.
Che storia malatissima raga, cioè non ci sto dentro.

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