giovedì 8 dicembre 2011

Una tanatoprassi veloce con sfumatura ai lati, per cortesia



Forse 30 anni non sono ancora abbastanza per pensare a certe cose, ma saranno i primi di novembre da poco trascorsi, i discorsi su Simoncelli-Gheddafi-Stiv Giobs, o quella dolorosissima fitta al braccio sinistro che mi prende ogni volta che corro... Resta il fatto che m'è venuto in mente che devo morire, così tra una notte insonne e una coda alle poste, la mente va al mio funerale.
Che bello quando in certi film si vede il funerale un po' allegro, all'americana, con le musichine preferite dal defunto in sottofondo e tutti che ricordano il caro estinto con un complice sorriso a denti stretti.

Io però vorrei un bel funeralone triste, una cerimonia dove piangono tutti con singhiozzi rotanti e soffiate di naso fotoniche; che fosse letta in chiesa una cosa scritta da me, toccante, magari proprio sulla caducità della vita, da far strappare una lacrima anche a chi è entrato in chiesa solo per pisciare. Anzi, finito questo post mi metto a scriverla subito, per sicurezza.

Ovviamente mi piacerebbe che ci fossero tante persone, ma non troppe, giusto per riempire i posti a sedere più qualcuno che resta in piedi, niente coda fuori dalle porte o megaschermi in piazza, non sarebbe delicato.

Cercherò di morire quando fa freddino, di modo che quel giorno s'avverta un'elegante modello della brezza autunno-inverno, con quelle leggere folate che ti gelano le ossa e ti fanno sentire un po' più vivo, ancora di più se stai andando ad un funerale; una giornata uggiosa ma senza pioggia, che poi in chiesa non ci sono mai i portaombrelli e te lo devi tenere per terra o appeso alla sedia, non sta bene, ti si bagna pure la giacca.

Per quel che riguarda la cerimonia in sè, sinceramente non so a cosa potrei aspirare, non me ne intendo molto; penso che non sia neanche così importante, visto che alla fine quando si va a un funerale o si è molto tristi o ci si rompe le palle, quindi nessuno si ricorda com'è andata. Magari si potrebbe concertare un finto fuori programma, tipo chiedere a una striker di correre in topless lungo la navata centrale durante la comunione, ma poi non saprei cosa farle scrivere sulla schiena.

Risolta la funzione funebre, tutti sul pullman che aspetta sul sagrato per recarsi alla sobria trattoria "Allo stupro efferato", dove a sorpresa, con parte dei miei averi, avrò offerto un lautissimo pranzo ad amici e parenti, nonchè istruito il cameriere affinchè a fine pasto finga di aver servito le mie interiora, protraendo la mia memoria tra rutti e ilarità generale.

mercoledì 26 ottobre 2011

Che due cambi palla!

Dopo la dissertazione erudita di Morands sulla palla al piede, scriviamo anche due paroline sullo sport della palla a volo.

Partiamo dalle serie minori / giovanili, quelle che magari ci capita di vedere nelle nostre palestre.
Scenario tipico da allenamento: gruppo di 6 o 7 ragazzine al massimo (più un maschietto dal destino segnato); una poveraccia prova le battute e le altre di là che attendono invano di poter provare a ricevere.


Finito questo strazio, partitella. Battuta, e speriamo che vada di là. Se va...

-Cade nel vuoto con tutte ferme a guardare. Uuuuuurrrràààà!!
-Un'audace grida mia, ma la palla cade comunque. Oooolllèèèè!!
-L'audace riceve e la manda fuori o, nel migliore dei casi, di là, dove cade con tutte ferme a guardare. Uuuuullallàààà!!
-Avviene il miracolo ricezione+palleggio e si arriva così al momento più tragico: la schiacciata. Stacco da terra 0,2 cm; coordinazione dubbia; forza assente. Possibili risultati: liscio; palla in rete; palla 8 metri oltre la linea di fondo. Uuuurrààà!!

Che poi in mezzo a questi gruppetti di ragazzine ci sono sempre un paio di cicciottelle, che però indossano rigorosamente come le compagne pantaloncino attillato girofrizzi e magliettina aderente che copre giusto il necessario lasciando fuori i rotoli. Crescendo si renderanno conto, si vergogneranno, e abbandoneranno. Infatti non s'è mai vista una pallavolista seria con cellulite e maniglie dell'ammore. Dunque ingiusta selezione naturale.

Anche quelli del 3+3 misto o quel che è non scherzano. Al di là dell'inguardabile spettacolo che producono, sono in 4 quando va bene e se hanno la palestra prima o dopo di te è una guerra: vogliono entrare mezz'ora prima perchè poverini devono montare la rete; però se ti precedono te la devi smontare da solo, con quei cavi tesissimi, ganci insganciabili, pali da 3 tonnellate l'uno.

 

Certo, ai massimi livelli il discorso è un po' diverso. Era un piacere vedere Zorro metterla giù, Bazooka sparare dalla seconda linea, Tofoli alzare la veloce per Gardini, Sartoretti prendere la sua rincorsa storta. Per uscire dal paleozoico, anche Mastro, Cernic e soci si lasciano al limite guardare (anche se alla lunga mi annoio). Ma anche a questi livelli ci sono alcune osservazioni da fare.

 

Per fare un cambio han bisogno non solo di un segnalatore acustico-luminoso ma anche di quelle palettine stile giuria dei tuffi. Non potrebbero fare "Oooh, Ginooo!! Esci!!!" ? Visto tra l'altro che Gino non si troverà a km di distanza dal sostituto!

Poi tutti che si trasferiscono di qua e di là, uh che casino, portandosi tutto l'armamentario, borse, maglie, palloni, ceste del bucato. Non potrebbero portare anche le panchine? O far ruotare pure il pubblico?

Poi son sempre lì precisini, pettinati, in ordine, belli asciuttini pure al tie break. Tanto che il regolamento dice: "L'arbitro può autorizzare a cambiare l'uniforme se umida". Umida?!? Ma che sport è se non posso avere la maglia umida??

 
Neppure ai saluti finali possono uscire dalla quarantena sconfinando oltre la rete. Mah! Sarà lecito che si tocchino le mani? Non potrebbero farsi un semplice cenno con gli occhi, per sicurezza?

Se uno sbaglia la battuta, gli avversari subito ad abbracciarsi e ooooollèèèèè!! Ma che spirito è?
Ti pare che tu sbagli una bomba e io faccio festa a metà campo con i miei compagni?

Noi ragazze del basket, almeno dalle mie parti, ce l'abbiamo un po' con le pallavoliste, così senza rancore eh. Sta cosa senza contatto proprio ci puzza, e l'aggettivo che va per la maggiore in pendant col termine pallavolo è "insulso". Condividere lo spogliatoio pare poi un' impresa: in 4 occupano 12 posti, e mettono le sacche sopra le panche, atto igienicamente inaccettabile. Vociferiamo che abbiano un solo neurone, più che sufficiente per questo sport. Cosa che sarebbe tra l'altro testimoniata dalla norma del regolamento che recita: "Le scarpe debbono essere senza tacco". Eh già, meglio specificarlo. Sai mai.
Sarà anche l'invidia, visto che fisicamente siamo nettamente perdenti. (E poi diciamolo, a bassa voce ma diciamolo: non è che la palla al cesto femminile sia uno spettacolo migliore)

Se non altro, da quando ci han liberato dal cambio palla sappiamo che la partita avrà una fine. Dio c'è.
Propongo di levare anche i due punti di scarto, così stiamo tutti ancora più tranquilli.

Si è scherzato naturalmente. Con tutto il mio più sincero rispetto per qualsiasi sport e per chiunque lo pratichi. Uuuurrààà!!

martedì 25 ottobre 2011

Una prece

E' mancata all'affetto dei suoi cari la Serie A di basket su Sky Sport.

Ne danno il triste annuncio i pochi (ma buoni) abbonati che l'hanno seguita con amorevole affetto fino all'ultima sirena della stagione 2010/11, la sera del 19 giugno. Già dai primi sintomi (il passaggio dell'Eurolega su SI) ci si era preoccupati, ma non era facile prevedere l'estremo epilogo in cui Sky resta del tutto orfana di pallacanestro e la Serie A viene spartita tra Rai e la7; proprio 7 sono gli anni in cui il massimo campionato di basket de noartri ha trovato rifugio e materna protezione sulla pay-tv, offrendo un servizio competente e puntuale, lasciando comunque a mamma Rai la possibilità di dimostrare le proprie capacità rovinandoci (quando trasmesse) le partite della Nazionale.

Il nostro sport preferito è stato trattato in maniera inversamente proporzionale dall'ex Tele+ e da tutti i canali generalisti: più prendeva piede attirando pubblico sul canale satellitare, e più veniva malcagato e ignorato dal resto della televisione. Ma ora... Cosa vedo... Il Gallo previsto come ospite alla Domenica sportiva (poi credo sia saltato tutto per la morte di Simoncelli, ma è un'altra storia)... Ai TG sportivi sulla Rai parlano dei risultati della scorsa giornata di campionato e addirittura mostrano gli highlights... Su La7 danno una volta a settimana un programma di 40 minuti col Vate Bianchini che spiega il gioco... Anche se la qualità di Sky continuano a sognarsela (un nome su tutti: Ugo Francica Nava), non posso che apprezzare lo sforzo, ma contemporaneamente mi domando: "E come mai fino all'anno scorso l'argomento basket è stato affrontato dalla tv generalista solo in un servizio di Studio Aperto in cui si sviscerava il video porno di Lamar Odom che sodomizzava la sua giovane consorte?"

Il punto è questo: non si vedrà mai il protagonista di una fiction trasmessa sulla Rai andare a promuoverla su un canale Mediaset, e in egual maniera vengono trattati gli sport; la regola non scritta è: non parliamone se questo potrebbe far guadagnare spettatori a qualcun altro, ignorando il fatto che a guadagnarli sarebbero anche loro stessi. Come se Fleming si fosse voluto tenere la penicillina chiusa nell'armadietto del bagno. Si va ben oltre l'aziendalismo, qui in Italia si pratica una forma malata di xenofobia catodica (ormai digitale terrestre) autodistruttiva, per cui ognuno affoga nel suo brodo. Se si volesse appena appena alzare la testa, si noterebbe tanta gente che non aspetta altro di vedere dei programmi di vero approfondimento sportivo: anche uno come Sotto canestro al limite va bene, ci accontentiamo di poco per cominciare.

sabato 8 ottobre 2011

Calcificazione II

Quando l'atleta professionista raggiunge l'acme dello sforzo, e le migliori menti e fisicità dimostrano il loro massimo autocontrollo nelle idee e nei gesti, quando anche il supremo sforzo non è abbastanza per raggiungere l'obiettivo: in questi casi più spesso il sostenitore tende a farsi integralista, ponendo la specifica disciplina al centro dell'Universo, magnum exemplum (e stica) di virtù sportiva e umana. Sarà a causa della sovraesposizione mediatica, delle troppe pallonate in testa, delle puppe della D'Amico che fanno andare fuori giri, ma tant'è questa megalomania si manifesta prevalentemente nel mondo del calcio, croce e delizia del Bel Paese; "Questo è il calcio", "Il calcio è così", "Nel calcio succede", sono tutte belle frasine, con soggetti e predicati a posto (cosa seppur rara e perciò lodevole, parlando di calcio), che vengono ripetute a nastro e spesso anche alla cazzo.
Tommaso d'Aquino concepì 5 vie che avrebbero dovuto provare l'esistenza di Dio ed io (ah ah), in contrapposizione a questa presunta superiorità del giuoco del calcio sugli altri sport, intendo elencare qui di seguito altrettanti motivi certamente molto più validi a dimostrare l'opposto.


1) Si usano i piedi, il che notoriamente è sinonimo di incapacità, negligenza, svogliatezza; certo, anche chi corre i 100 metri usa i piedi, ma non c'entra niente. Il divieto dell'uso delle mani rende il calcio uno sport approssimativo, spesso legato al caso, al rimpallo fortunoso, la deviazione decisiva. La scarsità di geometrie precise barbarizza il gioco, e va bene che "la palla è rotonda", ma lo è anche per quasi tutti gli altri sport, che non sono così confusi.

2) Lo 0-0 è moralmente una bestemmia sportiva. Che io sappia, non esiste un altro sport che permetta tale scempio, ed un motivo ci sarà. La possibilità che un incontro si concluda con il risultato che avrebbe avuto se non si fosse mai disputato, svilisce la prova dei contendenti e conseguentemente la disciplina stessa.

3) Gli sport si possono dividere in 2 grandi categorie: quelli a tempo (con cronometro, o a set/innings) e quelli a punteggio; il calcio rientra nel primo genere, peccato però che il tempo effettivo si aggiri spesso intorno alla metà dei fatidici 90 regolamentari, e quei 4/5 minuti di recupero siano utili come un plettro a Segovia. Inoltre il tempo perso durante una singola partita di calcio basterebbe a sfamare tutti gli abitanti di un villaggio in Sudan.

4) In ogni squadra di calcio c'è questa figura quasi mitologica, mezzo uomo e mezzo rigorista: il rigorista. Già solo il fatto che un fallo subìto da Tizio in area di rigore permetta a Caio di tirare il rigore stesso, va oltre la mia comprensione e mi sembra pure lievemente anti-sportivo, ma pazienza; più che altro dispiace per il rigorista, personaggio mandato a risolvere una questione che non lo riguarda direttamente, un po' come le 7 vergini e i 7 fanciulli spediti nelle fauci del Minotauro, o come Rambo II.

Sempre restando in tema, ricordo che il calcio è l'unico sport in cui, in caso di reiterato pareggio, ci si stufa di correre e si va uno per uno a cercare di segnare a gioco fermo. Il termine "lotteria dei rigori" esprime al meglio il concetto di "vinca chi ha più culo", alla faccia di Decubertèn.

5) Secondo fonti riscontrabili sul mirabolante sito http://tv.lospettacolo.it/sportintv.asp (che grazie a noi avrà un picco di accessi), circa il 50% del palinsesto sportivo in tv è occupato dal football, senza contare almeno 3 quarti dei notiziari sportivi e praticamente tutte le trasmissioni di approfondimento sportive; aggiungiamoci i quotidiani sportivi e si giunge alla conclusione che in Italia il termine "sportivo" significa "calcio".

Lungi da me l'idea che uno sport molto seguito sia per questo inferiore agli altri, ma il troppo come sempre stroppia, e in questo modo il calcio è diventato un mostro che vive di vita propria, alimentandosi a pubblicità della Nike e milioni di Euro spesi come fossero dollari Zimbabwiani.

Lo spirito dello sport non vive più nel calcio italiano: un giocatore che ha fatto un brutto fallo aiuta l'avversario a rialzarsi solo per farsi vedere dall'arbitro (e comunque non lo aiuta quasi mai lo stesso), e i tifosi seguono la squadra del cuore più che altro per menarsi o urlare di tutto a qualcuno.

6) Il calcio e i calciatori hanno rotto le palle.


P.S.: So che avevo annunciato solo 5 motivi, ma hanno davvero rotto le palle.

lunedì 12 settembre 2011

101 (ventitre) consigli per Siauliai e dintorni





Imparate due parole di Lituano, non sanno l'Inglese manco al punto informazioni.


Andate assolutamente alla Collina delle croci. Curiosità: al secondo rialzo, dietro la seconda statua delle Madonna, si sentono delle voci misteriose provenire dal sottosuolo.



Donne, se soffrite di problemi di autostima/invidia portatevi un tacco 12. E concedete ai mariti qualche occhiata. Per voi invece non c'è nulla da guardare.



Comunque di tette sono scarse.


Cena completa per due, 15/20 Euro in tutto.


Se transitate dalla Lettonia invece occhio ai costi esorbitanti!

Se andate all'edicola preparatevi un bel no deciso, da ripetere più volte: cercano di vendervi di tutto.

Tipo: "Due biglietti dell'autobus". "Vuole anche un kinder bueno?"





Se aspettate il bus mettetevi comodi, arriva quando gli va o forse mai. 



Se vedete una specie di carrarmato verdone e squadrato della Volvo sopraggiungere cigolando in una nube nera di gas di scarico, alzatevi: è arrivato.



Per telefonare comprate la scheda in edicola, con 10 Litas cioè circa 3 Euri vi fate almeno 5 belle chiamate comode a un cellulare in Italia.



Non mangiate patate per le due settimane precedenti il viaggio. Ne avrete a colazione pranzo cena e spuntini, fritte arrostite lessate tritate camuffate.



All'aeroporto di Riga e nelle varie stazioni/centri informazioni chiedete pure dove ferma l'autobus che dovreste prendere, ma non con lo scopo di venirlo a sapere.



Primi di settembre: copritevi, si gela. Specie per l'incessante vento gelido. Indispensabile coprirsi testa e collo. Si passa ripetutamente da pioggia a vento a sole mille volte al giorno, attrezzatevi!



Se avete la colazione inclusa, sappiate con estrema precisione e con almeno un giorno di anticipo a che ora la consumerete il giorno successivo.



Assaggiate i bulviniai e i kepta duona! E auguri per la digestione.



Se cenate fuori, andate presto: dopo le 21 è il deserto.



E se sta giocando la Lituania, scordate che vi servano.



Non temete i tassisti, incredibilmente seguono il codice della strada e rispettano i limiti di velocità!



Dimenticate la tecnologia, se volete riuscire a timbrare il biglietto del bus.



Se trovate un mercato tipico, fate subito i vostri acquisti, potrebbe sbaraccare da un momento all'altro senza preavviso. E i souvenirs dei negozi fanno pena.



In coda per il metal detector all'aeroporto scegliete la fila senza militari lettoni, gli suonano pure le unghie.



Doveste vedere un ceppo di legno con accetta, un piatto posto sotto ad una piccola trave oscillante e un bambolotto sopra ad un asciugamano su una sedia, trattasi non di messa nera, bensì di festa di matrimonio (allontanarsi di almeno 300 metri se si tiene all'udito).



Provate la Svyturys e le birre artigianali spinate per strada o ai grandi magazzini, i lituani ci sanno fare.

sabato 10 settembre 2011

Dai nostri inviati... a Siauliai (speciale pagellone)



#4 TONY Perde giustamente il posto di playmaker insostituibile che Pianigiani gli aveva dato l'anno scorso, soffiatogli da Danny. Nei pochi minuti in cui è in campo non riesce a dettare i tempi alla squadra nè a segnare nè a difendere come ci si aspetterebbe. Perde troppi palloni per essere l'uomo d'ordine. Fa un riscaldamento da secchione precisino, sempre in prima fila a far tutto per benino come Cuz comanda.
Voto 4 (voto Morands 4; voto Sara 4)



#5 CARRA Per due partite non si prende nemmeno un tiro ed è invisibile, poi carbura e dà il suo contributo sostanzioso nelle rotazioni difensive. Un po' meno sul suo uomo. Troppo contratto in attacco. Viene sempre a salutare e ringraziare il pubblico. Voto 6 (6+ ; 6-)




#6 MANCIO Partenza col botto, poi soffre l'esclusione dal quintetto e va a sprazzi per il resto della competizione, alternando giocatone da quarta stella a più frequenti momenti di imbarazzante scazzo.
Voto 5- (5= ; 5)




#7 MAGO La Nazionale non può fare a meno di lui in attacco. Le carenze in certi aspetti difensivi (aiuti, rimbalzi) e alcune forzature al tiro gli sono perdonate perchè tiene in piedi la baracca con continuità. Non caga nessuno. Voto 7+




#8 GALLO Come dimostrano alcune giocate, il talento è da top 5 europeo , ma gioca ben al di sotto delle aspettative. Patisce l'infortunio occorsogli nella prima gara, zoppicando e soffrendo per il resto della competizione; perde così sicurezza sia al tiro che nelle penetrazioni, spesso troppo insistite.
Voto 5 1/2





#9 MORDENS Il neo papà di Brando dà l'esempio da buon capitano con incitamenti dalla panchina, grinta, voce, difesa e voglia di fare. Quando è stato chiamato in campo, il suo l'ha sempre dato.
Voto 6++ (6 ; 6/7)




#10 CINCIA (Cinciriani per lo speaker lituano) Nelle due partite in cui ha avuto un minutaggio degno di nota si è distinto pe una difesa pimpante e buone scelte di tiro premiate dal canestro. Dalle tribune s'è sentito un "Cincia, sei il futuro dell'Italia!". Voto 6/7




#11 BELI Bene contro Lettonia e Francia con punti e, miracolo, difesa. Per il resto irritante per scelte folli e prolungato sciopero difensivo. All'ultima giornata capisce che può e deve penetrare, ma è troppo tardi e finalmente si siede. Voto 5 ( 5 1/2; 4 1/2 e ci sto larga)





#12 CUSIN Quando il Mago va a rifiatare ci troviamo con un fabbro in difesa e un palo in attacco. E il Beli ahimè ne approfitta per sparare a salve. Crosa ci manchi! Voto 4+





#13 GIGI Non ha la fiducia del coach e sembra nemmeno la propria. Nei pochi minuti in campo appare sempre come l'eterno incompiuto. Voto 4 1/2 (4/5; 4+)




#14 RENZO NE. Lodevole lo scatto legnoso in riscaldamento per battere 5 al Cuz. SV.




#15 DANNY Pur non essendo un play puro è l'unico che lo fa. Si vede che ci tiene, mette grinta e cuore in ogni aspetto del gioco, mantenendo anche lucidità. Quando gira male si innervosisce facilmente. Degno di nota un rosario di bestemmie all'indirizzo del coach. Voto 7/8 (7 1/2; 8)





PIANIGIANI Quante colpe ha il coach e quante i giocatori? Chi lo sa, ma di certo con quel roster avrebbe potuto fare meglio che una vittoria su cinque partite. Una sua squadra con simili lacune difensive non s'è mai vista...forse non è ancora riuscito a far capire ai giocatori cosa vuole. Inguardabili le rimesse disegnate, in cui la palla va costantemente in allontanamento a quella che dovrebbe essere solo una valvola in caso di necessità. Inspiegabile l'ordine di zona sulle rimesse avversarie, che finiscono sempre con un uomo abbandonato sotto canestro e conseguente schiaccione subìto. Incomprensibile perchè non metta il Beli col culo sulla panca. Voto 5 (e lode, per la sfuriata del time out!)

venerdì 9 settembre 2011

"Cincia sei il futuro dell'Italia!"

Se non si fosse capito, siamo andati in Lituania a vedere l'Italia al primo turno degli Europei. Come dici, in Lituania, ma davvero? Sì sì davvero, e insomma Siauliai era bella, abbiamo visto Novizzi, Parcher, Diaù e Batù, ma ora si fa un post sui tifosi.



LETTONI

I più presenti, sia di numero (sono a 2 passi dalla Lituania) che come costanza, assistendo ad ogni partita del girone con l'immancabile coro Lat-vì-a! Lat-vì-a! urlato a squarciagola pure durante Israele-Germania. La squadra non risponde e le perde tutte, ma a loro non sembra importare, finchè possono bere birra e fare gli scemi. D'antologia i 2 con ferro e retina sulla testa, e fenomenale quello troppo marcio per correre che cerca di scappare dalla security facendo le capriole per terra.

FRANCESI

Senza infamia e senza lode, hanno un paio di tamburini e altrettanti coretti. Sfoggiano però tutti una tanto terribile quanto anonima maglietta bianca che vendevano nell'arena, con la scrittina "France" in blu sul davanti e "Supporter" di dietro.

TEDESCHI

I crucchi non si smentiscono mai, e anche nella baraonda tifosereccia sono i più organizzati, con dei bei tamburi che fanno casino e 2 o 3 capobranco professionisti a suonarli, sfoggiando divise di vecchi campioni del calibro di Demirel e Okulaja, mica ravioli. Tutte le altre tifoserie si sono più o meno autonomamente appropriate di un settore per vedere i loro beniamini giocare da vicino (tranne i Lettoni, che presenziavano in tutta l'arena), i tedeschi per non disturbare si sono presi i posti peggiori, quasi in curva.

SERBI

Prima di partire avevo qualche timore di trovare a Siauliai dei tizi tipo questo e invece sti Serbi, pensa un po', zitti zitti si sono rivelati molto simpatici, agguerriti ma senza esagerare. Tra di loro ricordiamo:
1) L'uomo lupo, che passa tutte le partite con una criniera appunto lupesca sulla testa, a tratti sfoggia un paio di mutande sopra ai jeans con scritto "Hot pants" e ha 2 braccione così.
2) Il cowboy, un 50/60enne vestito così e ospite fisso in prima fila, sempre accompagnato da...
3) ... La gnocca, una graziosa signorina spesso avvolta da una sulfurea tutina rosa e che alla partita contro di noi avrà avuto almeno 8 fotografi che la volevano riprendere, sarà stata una celebrità Serba.
4) Il fratello di Macvan, un energumeno pelato che ad ogni giocata del numero 15 Serbo saltava in piedi infoiatissimo, urlando e sbandierando.

ISRAELIANI

Più o meno tutti i tifosi erano riconoscibili in giro per la città, chi da una sciarpa, chi dalla maglietta, ecc. Gli Israeliani sono gli unici che non abbiamo praticamente mai visto nè in giro per strada nè al palazzetto, probabilmente avevano paura degli attentati e sono rimasti a casetta loro, che è tanto sicura. Quella 20ina di esemplari che erano presenti alla partita contro l'Italia hanno cantato per 3/4 del tempo lo stesso coro: El-el-Israel! El-el-Israel!, tanto noioso da far concorrenza ai Lettoni. Da notare un vecchio con cappello di paglia che si eccita con le ballerine.

ITALIANI

Senza ombra di dubbio i peggiori: si girano spalle al campo alla presentazione della Francia, ma quando Parker va in panca si rifanno con uno strepitoso: "La Longoria dov'è tum tum tututum Non c'è piùùùù! Non c'è piùùùù!"; irritati dalla prestazione azzurra, prima fanno comunella con i tifosi israeliani intonando El-el Israel assieme a loro, poi lanciano un orribile: "Meritiamo di più! tum tum tututum", e ne vanno pure fieri; tirano un cappello in campo a pochi secondi dalla sirena finale di una partita già persa; sono gli unici allupati che vanno fuori di testa per le ballerine, se si esclude il sopra (ec)citato israeliano; un tifoso toscano seduto vicino a noi, durante la partita con Israele sfodera un superbo Mado*** strega, che scuote anche gli animi più coriacei.

Non c'è niente da fare, siamo calciatori nel midollo.

LITUANI

Favolosi, venivano in massa a vedere tutte le partite e ovunque era una fiumara di giallo-verde-rosso: su magliette, bandiere, parrucche, cartelloni, copri-specchietti retrovisore... L'amore di questa gente per la pallacanestro trasuda anche dai muri, è come in Italia col calcio ma molto meglio, più puro. In quasi tutti i locali danno le partite della Lituania e ad ogni canestro è un'esultanza, ad ogni vittoria un carosello.

Ecco un paio di esempi della passione Lituana: