giovedì 8 dicembre 2011

Una tanatoprassi veloce con sfumatura ai lati, per cortesia



Forse 30 anni non sono ancora abbastanza per pensare a certe cose, ma saranno i primi di novembre da poco trascorsi, i discorsi su Simoncelli-Gheddafi-Stiv Giobs, o quella dolorosissima fitta al braccio sinistro che mi prende ogni volta che corro... Resta il fatto che m'è venuto in mente che devo morire, così tra una notte insonne e una coda alle poste, la mente va al mio funerale.
Che bello quando in certi film si vede il funerale un po' allegro, all'americana, con le musichine preferite dal defunto in sottofondo e tutti che ricordano il caro estinto con un complice sorriso a denti stretti.

Io però vorrei un bel funeralone triste, una cerimonia dove piangono tutti con singhiozzi rotanti e soffiate di naso fotoniche; che fosse letta in chiesa una cosa scritta da me, toccante, magari proprio sulla caducità della vita, da far strappare una lacrima anche a chi è entrato in chiesa solo per pisciare. Anzi, finito questo post mi metto a scriverla subito, per sicurezza.

Ovviamente mi piacerebbe che ci fossero tante persone, ma non troppe, giusto per riempire i posti a sedere più qualcuno che resta in piedi, niente coda fuori dalle porte o megaschermi in piazza, non sarebbe delicato.

Cercherò di morire quando fa freddino, di modo che quel giorno s'avverta un'elegante modello della brezza autunno-inverno, con quelle leggere folate che ti gelano le ossa e ti fanno sentire un po' più vivo, ancora di più se stai andando ad un funerale; una giornata uggiosa ma senza pioggia, che poi in chiesa non ci sono mai i portaombrelli e te lo devi tenere per terra o appeso alla sedia, non sta bene, ti si bagna pure la giacca.

Per quel che riguarda la cerimonia in sè, sinceramente non so a cosa potrei aspirare, non me ne intendo molto; penso che non sia neanche così importante, visto che alla fine quando si va a un funerale o si è molto tristi o ci si rompe le palle, quindi nessuno si ricorda com'è andata. Magari si potrebbe concertare un finto fuori programma, tipo chiedere a una striker di correre in topless lungo la navata centrale durante la comunione, ma poi non saprei cosa farle scrivere sulla schiena.

Risolta la funzione funebre, tutti sul pullman che aspetta sul sagrato per recarsi alla sobria trattoria "Allo stupro efferato", dove a sorpresa, con parte dei miei averi, avrò offerto un lautissimo pranzo ad amici e parenti, nonchè istruito il cameriere affinchè a fine pasto finga di aver servito le mie interiora, protraendo la mia memoria tra rutti e ilarità generale.