sabato 8 ottobre 2011

Calcificazione II

Quando l'atleta professionista raggiunge l'acme dello sforzo, e le migliori menti e fisicità dimostrano il loro massimo autocontrollo nelle idee e nei gesti, quando anche il supremo sforzo non è abbastanza per raggiungere l'obiettivo: in questi casi più spesso il sostenitore tende a farsi integralista, ponendo la specifica disciplina al centro dell'Universo, magnum exemplum (e stica) di virtù sportiva e umana. Sarà a causa della sovraesposizione mediatica, delle troppe pallonate in testa, delle puppe della D'Amico che fanno andare fuori giri, ma tant'è questa megalomania si manifesta prevalentemente nel mondo del calcio, croce e delizia del Bel Paese; "Questo è il calcio", "Il calcio è così", "Nel calcio succede", sono tutte belle frasine, con soggetti e predicati a posto (cosa seppur rara e perciò lodevole, parlando di calcio), che vengono ripetute a nastro e spesso anche alla cazzo.
Tommaso d'Aquino concepì 5 vie che avrebbero dovuto provare l'esistenza di Dio ed io (ah ah), in contrapposizione a questa presunta superiorità del giuoco del calcio sugli altri sport, intendo elencare qui di seguito altrettanti motivi certamente molto più validi a dimostrare l'opposto.


1) Si usano i piedi, il che notoriamente è sinonimo di incapacità, negligenza, svogliatezza; certo, anche chi corre i 100 metri usa i piedi, ma non c'entra niente. Il divieto dell'uso delle mani rende il calcio uno sport approssimativo, spesso legato al caso, al rimpallo fortunoso, la deviazione decisiva. La scarsità di geometrie precise barbarizza il gioco, e va bene che "la palla è rotonda", ma lo è anche per quasi tutti gli altri sport, che non sono così confusi.

2) Lo 0-0 è moralmente una bestemmia sportiva. Che io sappia, non esiste un altro sport che permetta tale scempio, ed un motivo ci sarà. La possibilità che un incontro si concluda con il risultato che avrebbe avuto se non si fosse mai disputato, svilisce la prova dei contendenti e conseguentemente la disciplina stessa.

3) Gli sport si possono dividere in 2 grandi categorie: quelli a tempo (con cronometro, o a set/innings) e quelli a punteggio; il calcio rientra nel primo genere, peccato però che il tempo effettivo si aggiri spesso intorno alla metà dei fatidici 90 regolamentari, e quei 4/5 minuti di recupero siano utili come un plettro a Segovia. Inoltre il tempo perso durante una singola partita di calcio basterebbe a sfamare tutti gli abitanti di un villaggio in Sudan.

4) In ogni squadra di calcio c'è questa figura quasi mitologica, mezzo uomo e mezzo rigorista: il rigorista. Già solo il fatto che un fallo subìto da Tizio in area di rigore permetta a Caio di tirare il rigore stesso, va oltre la mia comprensione e mi sembra pure lievemente anti-sportivo, ma pazienza; più che altro dispiace per il rigorista, personaggio mandato a risolvere una questione che non lo riguarda direttamente, un po' come le 7 vergini e i 7 fanciulli spediti nelle fauci del Minotauro, o come Rambo II.

Sempre restando in tema, ricordo che il calcio è l'unico sport in cui, in caso di reiterato pareggio, ci si stufa di correre e si va uno per uno a cercare di segnare a gioco fermo. Il termine "lotteria dei rigori" esprime al meglio il concetto di "vinca chi ha più culo", alla faccia di Decubertèn.

5) Secondo fonti riscontrabili sul mirabolante sito http://tv.lospettacolo.it/sportintv.asp (che grazie a noi avrà un picco di accessi), circa il 50% del palinsesto sportivo in tv è occupato dal football, senza contare almeno 3 quarti dei notiziari sportivi e praticamente tutte le trasmissioni di approfondimento sportive; aggiungiamoci i quotidiani sportivi e si giunge alla conclusione che in Italia il termine "sportivo" significa "calcio".

Lungi da me l'idea che uno sport molto seguito sia per questo inferiore agli altri, ma il troppo come sempre stroppia, e in questo modo il calcio è diventato un mostro che vive di vita propria, alimentandosi a pubblicità della Nike e milioni di Euro spesi come fossero dollari Zimbabwiani.

Lo spirito dello sport non vive più nel calcio italiano: un giocatore che ha fatto un brutto fallo aiuta l'avversario a rialzarsi solo per farsi vedere dall'arbitro (e comunque non lo aiuta quasi mai lo stesso), e i tifosi seguono la squadra del cuore più che altro per menarsi o urlare di tutto a qualcuno.

6) Il calcio e i calciatori hanno rotto le palle.


P.S.: So che avevo annunciato solo 5 motivi, ma hanno davvero rotto le palle.

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