domenica 22 gennaio 2012

Nessuno tocchi Schettino

Ci sono momenti, nella storia di una Nazione, in cui buona parte del suo popolo ha un bisogno. Momenti bui che possono essere di crisi, guerra, carestia, in cui sembra non ci sia futuro, o anche solo in seguito a scandali che mettono in cattiva luce la patria reputazione. Per le strade, nei bar, sugli autobus, financo nelle fogne si respira necessità di riscatto, intima speranza di veder risalire le proprie quotazioni, l'attesa del guizzo da inseguire tutti insieme per risollevare spirito e nomea.
Questo se va bene, perchè se va male l'aria si rende pesante di discredito, che si attacca in fretta al primo capro espiatorio fatto salire alla ribalta delle cronache nazionali.
Fai un certo tipo di errore nel momento storico sbagliato e diventi d'un tratto il responsabile di tutte le malefatte universali, dalla tv che fa le righe alla fame nel mondo.
Il singolo cittadino può provare pietà per la vittima sacrificale di turno, ma la massa presa nella sua interezza se ne sbatte e ci sguazza, è quello che voleva e le sta bene così.

E così è successo nel caso del comandante Schettino, colpevole del naufragio della Costa Concordia e della morte di svariate persone: già se sei il comandante di una nave da crociera che affonda non parti bene, poi sei pure napoletano e tamarro, mettici il carico da 90 con la telefonata in cui un De Falco su di giri ti urla tornabbordocazzo, condisci col periodo di crisi e alla fine della fiera Francesco Schettino da Meta di Sorrento è di gran lunga l'uomo più odiato d'Italia, dà delle piste pure a Sgarbi e Corona messi assieme (su Google le prime 3-4 pagine di "uomo più odiato d'Italia" sono praticamente tutte sul comandante).

Ora, a poco più di una settimana dalla tragedia, s'intravede un moto di revisionismo nei suoi confronti: forse aveva telefonato, forse era rimasto sulla nave, forse se non ci fosse stato lui sarebbero morti tutti...
Non mi sta bene. L'Italia non ha bisogno di questo. L'Italia ha bisogno di Schettino infame e disgraziato, guappo e fedifrago, spavaldo e colpevole.
Quindi dateci questo, e addobbatecelo con le "Storie dei VERI EROI", tipo il suddetto De Falco incazzato, o qualunque altro racconto strappalacrime di vite salvate, reale o presunto non ci interessa, basta che ci siano movimenti rallentati e musichetta struggente.
E se Schettino dovesse uscire dal tribunale assolto con formula piena, basterà dire che indossa calzini turchesi.

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