martedì 12 agosto 2008

Strani incontri

C'era una tifosa (anche se il termine sarebbe riduttivo) a Bormio, era un piccolo incubo ambulante. All’allenamento del venerdì era lì in prima fila con i suoi jeans e canottierina svolazzante, e appena un pallone usciva dal campo, anche fosse stato a 10 metri da dov’era seduta, faceva uno scattino e la passava al giocatore di turno, cercando nel contempo di attaccare bottone con lui. Alle 15 siamo passati a prendere i biglietti ed era già lì in abito estivo a tema floreale. Successivamente nel pomeriggio l’abbiamo beccata che si mangiava qualcosa nel centro di Bormio, stavolta con pantaloni e maglioncino. Alla partita sfoggiava la divisa completa della Nazionale; manco a dirlo, era la prima in fila per entrare, ed ho avuto l’onore (qui invece il termine è alquanto esagerato) di sedermi accanto a lei: non stava mai ferma, dall’inizio del riscaldamento faceva le coreografie della musica di sottofondo. L’Inno di Mameli rivisitato è stato una perla mica da ridere, mi ricordo solo un’ultima strofa catastrofica (quindi catastrofa?) che faceva “Stringiamoci a corte, stringiamoci a corte, stringiamoci a corte, l’Italia chiamò!”. Ogni tanto mentre giocavano partiva con un “Alè Italiaaaa” o “Italia alèèè oo-oo” fatti però quasi sottovoce, come non volesse dar noia… Tentativo fallito, purtroppo. Peccato che non sapesse chi era Cinciarini, altrimenti invece che “Bravo numero 5!” avrebbe aggiunto un “Bravo Cincia!” ai vari e stra ripetuti “Bravo Sora”, “Bravo Morde”, ecc ecc.
Mi sono accorto che durante la partita Gallinari e Mancinelli, entrambi in borghese, sghignazzavano guardando verso di lei. Il suo apprezzamento verso il Fortitudino comunque non è scemato, visto che durante l’intervallo della partita del giorno dopo è andata dal massaggiatore a sincerarsi delle sue condizioni, dopo che aveva preso una botta al costato.
Le malignità, sotto forma di sberleffi e sghignazzi degni della miglior scuola elementare, le riservava esclusivamente agli avversari, ad ogni loro errore al tiro o palla persa (“Ih ih ih ih hai sbagliatoooo hai
sbagliatoooo!”).
Insomma, un personaggione.

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